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Attenzione maniacale ai dettagli
La cosa più difficile per un’ipersensibile è far capire a chi non lo è come si vive da ipersensibili.
Soprattutto perché veniamo etichettati strani.
Ma attenzione… Non c’è trucco non c’è inganno!
Un particolare che contraddistingue un ipersensibile è la quantità di riposo che è propenso ad avere… Ecco perché a noi ipersensibili ci piace un sacco dormire!
Ma perché? Perché se una persona normale può dormire anche solo sei ore ed essere comunque riposato, mentre un’ipersensibile ne ha bisogno di almeno otto?
Si deve sempre dal funzionamento celebrale… Ricordate che il livello celebrale è sempre attivo e collegato con i suoi sensi? Esattamente è questo il punto. Tante informazioni che entrano fanno “macinare” il cervello, che ecco, si stanca facilmente e arriva a sera distrutto.

Un ipersensibile non si accontenta di uscire la sera con gli amici e rimanere solo li a parlare, lui/lei deve notare tutti i particolari che ci sono in quella stanza. Un ipersensibile non si accontenta ad andare in vacanza solo per “cambiare aria”. NO, lui/lei ci devono vivere dentro quella vacanza che quasi trascende la loro anima; assaporare l’odore di quel luogo, vedere i colori predominanti di quel luogo, parlare con le persone di quel luogo, e se tutto viene convalidato dal filtro “emozioni”, allora si. E’ stata una bella vacanza.
Accontentarsi?
Un ipersensibile non si accontenta di andare al cinema, deve vedere quante persone ci sono dentro quel cinema, deve vedere e contare i cartelli verdi di “uscita di emergenza” che ci sono dentro quel cinema, deve contare quanti altoparlanti ci sono e se il sistema Dolby surround lo soddisfa.
Devono rimanere a guardare anche i titoli di coda alla fine del film perché quelli rappresentano le persone fisiche che hanno partecipato alla realizzazione di quel film. Hanno bisogno sentire l’odore che quella sala gli trasmette, odore che gli ricorda le poltrone in tessuto comode e confortevoli. Necessitano sentire l’odore dei popcorn (a chi piacciono) per convalidare l’idea che sono al cinema. Non ci devono essere imperfezioni sul telo altrimenti si rovinerà la visione di tutto il film…
Devono guardare cosa fanno le persone che hanno attorno o davanti; se seguono il film o se accendono un cellulare o si fanno i cavoli propri, così riescono anche a capire chi è venuto per guardare il film o chi per accompagnare qualcuno. Se vedono una persona sola a guardare quel film lo stimano e allo stesso tempo gli dispiace; lo stimano perché è andato al cinema da solo per un qualcosa che gli piaceva davvero e dispiacere perché quella persona magari non ha nessuno che ci tenesse ad andare al cinema con lui anche a vedere qualcosa che non gli piace.
Emozioni
Pensate che esageri? Questa è la mia tipica serata al cinema. Lo avete notato quanto tutto è collegato con la registrazione dei particolari, la registrazioni dei cinque sensi, e che tutto deve essere filtrato dalle emozioni?
Un modo che mi piace spesso usare con i mie interlocutori come esempio per fare capire come ragiona e vive nel concreto un ipersensibile, è il film:
“Sherlock Holmes – Gioco di ombre con Robert Downey JR, e Jude Law”.
Verso la fine del film c’è una scenda dove Sharlock Holmes balla con una ragazza, e proprio mentre balla è talmente assorto nel guardarsi attorno da registrare ogni minimo particolare, ogni viso, ogni gesto, ogni movimento delle mani, ogni sguardo, ogni voce che lo portano subito fare dei collegamenti mentali per arrivare alla deduzione su cosa stanno facendo o no, e in questo caso trovare il colpevole… (Ma non spoilero il film se lo vorrete guardare!)
A un certo punto la ragazza gli chiede: “Cosa vedi?”
E lui: “Tutto”
Potete cliccare qui di seguito per vedere (Scena del ballo) ma comunque vi consiglio la visione di questo film e anche del primo della serie (Sherlock Holmes).
Se chiedete a un ipersensibile assorto in un modo che a voi sembra distratto o sulle sue, a costa sta pensando o cosa sta guardando, lui vi risponderà: “Sto vedendo tutto e sto pensando tutto”.
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