Una mano di un bambino che con una forbice toglie l'etichetta alla maglia

Perché togliamo le etichette ai vestiti?

Indice

Introduzione

Avete mai riflettuto su perché togliamo le etichette ai vestiti? Questo gesto, apparentemente semplice, può riflettere una profonda sensibilità e attenzione verso il benessere, soprattutto se si tratta di accudire bambini altamente sensibili. Ricordando la nostra infanzia, possiamo comprendere meglio le sfide che questi bambini affrontano quotidianamente. La sensibilità elevata può manifestarsi in molti modi, dalla difficoltà ad adattarsi a tessuti ruvidi fino a un’ipersensibilità agli stimoli ambientali. Come adulti, riconoscendo e valorizzando questa caratteristica nei nostri figli, possiamo aiutarli a navigare in un mondo che spesso li travolge, partendo da gesti simbolici come rimuovere le etichette dai loro vestiti per offrire loro un maggiore comfort.

Una mano di un bambino che con una forbice toglie l'etichetta alla maglia
Una mano di un bambino che con una forbice toglie l’etichetta alla maglia

Perché le etichette danno fastidio soprattutto ai bambini?

Ad un certo punto della vostra vita da genitori vi siete mai chiesti “come posso capire se mio figlio è ipersensibile“?

Ovviamente la risposta assoluta non c’è. Spesso è proprio il genitore ipersensibile che, con la sua acutezza maggiore, riesce a rendersi conto che il proprio figlio è un bambino altamente sensibile. Ma tendenzialmente, una piccola indicazione che do al riconoscimento di un bambino altamente sensibile è questa banale frase:

“Tuo figlio ti chiede di togliere le etichette ai vestiti?”

E quando un genitore mi risponde che molto spesso il proprio bambino chiede di togliere le etichette alle maglie o comunque quelle etichette a contatto con la pelle, rispondo che ci potrebbe essere la possibilità che il proprio bambino sia ipersensibile. (Ovviamente è solo una piccola indicazione di massima per osservare e successivamente approfondire se lo sia davvero).

Difatti, se siete persone ipersensibili, questa è una dinamica che probabilmente riconoscerete:

Quando eravate piccoli, alcune sensazioni fisiche vi davano fastidio. E spesso è ancora così! Magari togliete ancora le etichette alle maglie… Vero?

Oppure, quando eravate piccoli, oltre alle etichette dei vestiti, vi erano anche altre cose che potevano darvi fastidio: alcuni tipi di tessuti a contatto con la vostra pelle vi creavano un disagio notevole (tipo la classica maglia della salute in lana della nonna). I calzini non indossati bene vi davano fastidio (magari quando la cucitura degli stessi è sotto alle dita anziché sopra).

Mettervi a letto se le lenzuola non erano tirate bene e presentavano delle pieghe vi dava fastidio.

Ma non solo.

Magari quando eravate piccoli e i vostri genitori guardavano il telegiornale, anche solo sentire le notizie vi dava un senso di disagio o paura a seconda della notizia.

I vostri ricordi da bambini

Quando eravate piccoli, un bimbo o una bimba che facevano i dispetti a voi o ai vostri amici vi procurava molta rabbia (odiavate i soprusi e le ingiustizie anche se piccoli).

Non sopportavate i rumori alti come la musica a tutto volume, le stanze chiuse piene di persone che parlavano tutte assieme, il rumore assordante di una moto che vi sfrecciava accanto.

Amavate stare in mezzo alla natura, e tendevate ad avere un feeling particolare con gli animali.

Forse eravate anche presi in giro per questo.

Non a caso ho iniziato questo racconto con le etichette delle maglie perché talvolta è proprio questo piccolo particolare a rivelare il tratto dell’ipersensibilità o quanto meno a creare un piccolo sospetto.

Non solo siamo ipersensibili nell’emotività e nell’animo, ma lo siamo anche a livello fisico: siamo più sensibili al tatto e alle sensazioni fisiche sulla nostra pelle. La velocità aumentata nei PAS di trasmissione degli impulsi nervosi dalla nostra pelle al nostro cervello aiuta queste sensazioni a viaggiare più velocemente e a noi a percepirle più amplificate. Come una etichetta che sfrega sulla nostra pelle ci dà la sensazione di carta vetrata che ci graffia, così una parola poco soppesata da un collega ci dà la sensazione di un’offesa o di un attacco personale. Così come l’etichetta della maglia, finché non la togliamo, ci procura un fastidio per tutta la giornata, così una parola percepita male se non la elaboriamo nel modo giusto ci fa stare male tutto il giorno.

Questo si collega molto bene ai bambini. Innanzitutto perché se siamo persone altamente sensibili e abbiamo dei figli, è probabile che anche loro lo siano (ma non è detto), e poi perché se già siamo ipersensibili noi che siamo adulti, figuriamoci la vita di un bambino che già di suo è sensibile, aggiunto al tratto dell’ipersensibilità che gli abbiamo trasmesso!

Il contributo di Elaine Aron

Elaine Aron scrive: “Per avere un bambino eccezionale dovete essere disposti ad avere un bambino eccezionale”

Elaine Aron scrive: Per avere un bambino eccezionale dovete essere disposti ad avere un bambino eccezionale” 

Se avete dei bambini altamente sensibili, siete disposti e pronti ad avere bambini altamente sensibili?

Spesso ci dimentichiamo come era sensibile e lucida la nostra vita da bambini, a volte non la abbiamo dimenticata ma solo nascosta in un angolo buio della nostra anima, a volte ce ne ricordiamo bene e quel bambino incompreso e sofferente viene fuori.

Il tutto si complica se abbiamo a nostra volta un figlio/figlia altamente sensibile perché inconsciamente rispecchiamo la nostra vita in lei e possiamo finire per essere arrabbiati con i nostri figli semplicemente perché siamo arrabbiati con la nostra infanzia passata.

Come aiutare i vostri figli

Ricordate che il primo passo per aiutare vostro figlio/figlia ipersensibile è trovare il VOSTRO bambino/bambina interiore e andare a rassicurare e ad amarlo.

Ricordate come eravate da bambini, cosa provavate, le sofferenze che avete attraversato, la solitudine, e ciò di cui avreste avuto bisogno. E ora che siete cresciuti e avete la consapevolezza di essere adulti altamente sensibili, avete la grandissima possibilità di aiutare quel bambino dentro di voi che una volta non è stato aiutato. Una volta che il vostro bambino/bambina interiore è sicuro del vostro affetto e della vostra comprensione, potete fare la stessa cosa con vostro figlio o vostra figlia.

Ora siete una guida e un mentore per loro e potete guidarli a una vita migliore, valorizzandoli e aiutandoli a crescere meglio giorno dopo giorno. Spiegate a loro cosa è l’ipersensibilità e aiutateli a capire cosa provano e come vedono il mondo. Aiutateli a capire perché si sentono diversi dagli altri! Già la vostra comprensione cambierà la loro vita! Poi incoraggiateli. E per secondo incoraggiateli ancora! E per terzo… Indovinate un po’? INCORAGGIATELI!

Non mancate di leggere il libro “Il bambino altamente sensibile: Aiutare i nostri figli a fiorire quando il mondo li travolge” di Elaine Aron. Un libro che può fare la differenza nella vita di vostro figlio/figlia. E anche della vostra di vita!

E non smettete di togliere le etichette ai vestiti. Non rinnegate a voi stessi ciò che siete!

E non mancate di leggere e informarvi il più possibile sulla vostra e la loro ipersensibilità!

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