Indice
- Quanto sei intelligente?
- Alcune stime
- Emisfero destro dominante
- Alcune informazioni:
- Connessioni veloci
- Conclusione
Quanto sei intelligente?
Per una persona altamente sensibile sapere di essere più intelligenti di quello che loro stessi hanno sempre ritenuto di essere, può rappresentare uno sconcerto e soprattutto non ne vede le potenzialità.
E’ molto complesso andare a dipanare questi nodi, queste barriere interiori, e iniziare davvero a crescere. Ci vuole molto lavoro su se stessi e molto coraggio di cambiare le proprie convinzioni avute fin da bambini. Ma è un percorso obbligato per una HSP poiché permette di modificare radicalmente il concetto di se, la sua stabilità emotiva e il suo relativo futuro in questo mondo!
L’ipersensibile alla ricerca disperata di una coerenza e una spiegazione a tutto, ha bisogno di spiegazioni concrete anche per riprogrammarsi sul cambiamento.
Quindi iniziamo dalle basi.
Innanzitutto l’ipersensibilità è sì un tratto caratteriale, ma derivante dalla biologia.

Alcune stime
Si stima che un 80% circa nel mondo siano persone NORMALI, e il resto 20% circa sono ipersensibili. Già da questo semplice step possiamo capire come siamo in minoranza! Ma il fatto stesso è importantissimo per la normale vita sociale! Si teorizza in biologia che la minoranza di un gruppo dia la possibilità al resto della società di avere quella diversità stessa che permette alle persone di complimentarsi e trovare un ruolo all’interno della società stessa, e di conseguenza essere più che utili! In poche parole, gli ipersensibili con i loro sensi più sviluppati possono essere quei soggetti che da lontano nasano un pericolo e avvertono tutti.
Non essendo un biologo vi riporto un video che tratta in modo impeccabile questo argomento.
Emisfero destro dominante
Proseguiamo dicendo che l ’80% della popolazione mondiale usa l’emisfero sinistro come emisfero dominante. Le persone “normali” (non me ne vogliate ma è solo per riuscire a descrivere bene la situazione) usano il proprio emisfero cerebrale sinistro ragionando, vedendo le cose, e vivendo rispetto un aspetto più logico, pragmatico. E’ l’emisfero della capacità analitica, organizzativa e strutturante del pensiero. E’ la sede delle comunicazioni verbali delle funzioni linguistiche.
Il restante 20% – 30% usa l’emisfero celebrale destro. L’emisfero destro è la sede delle elaborazioni delle emozioni, delle immagini, della capacità di processare simultaneamente un numero alto di dati. E’ il responsabile della intelligenza intuitiva, della creatività e del pensiero divergente.
Avrete già compreso perché noi ipersensibili abbiamo l’emisfero destro dominante.
Ad esempio un geometra è molto probabile che abbia l’emisfero sinistro dominante, mentre un pittore l’emisfero destro dominante.
Già consolidando queste differenze sappiamo alcune cose certe:
Alcune informazioni:
- L’ipersensibilità è un tratto caratteriale di base neurologico. Quindi o lo si è o non lo si è. Ed è soprattutto ereditario; se voi lo siete lo è pure un vostro genitore o addirittura entrambi!
- L’emisfero destro è la sede delle emozioni. Ecco perché nella nostra vita ogni cosa è influenzata dalle emozioni o qualsiasi cosa le influenza!
- L’emisfero destro è la sede della mente divergente (che rompe gli schemi) e del pensiero ramificato. Ecco perché per noi seguire la logica LINEARE di pensiero che utilizza una persona “normale” è impossibile. Questo si vede soprattutto a scuola dove il sistema scolastico italiano IMPONE una modalità di studio lineare impossibile da usare per un’ipersensibile. Ecco perché gli ipersensibili seppure molto più intelligenti di altre persone, se non hanno la possibilità di usare il loro ragionamento logico rimangono intrappolati in un sistema contrario a loro sviluppando una vera e propria disabilità oppure un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA).
- L’ipersensibile ha la possibilità di elaborare un gran numero di informazioni simultaneamente (Multitasking). Ecco perché spesso quando gli altri sono ancora all’inizio di un ragionamento gli ipersensibili hanno già il risultato! La difficoltà grossa è che non sanno spiegare il ragionamento logico che porta a quella soluzione.
Connessioni veloci
Jeanne Siaud-Facchin, nel suo libro “Troppo intelligenti per essere felici?” (Se siete ipersensibili è obbligo leggerlo!) svela un particolare che mi ha letteralmente sconvolto.
La velocità di conduzione dell’impulso nervoso tra un neurone e l’altro è molto più veloce nell’ipersensibile. Cioè le informazioni che girano tra i loro neuroni sono due o tre volte più veloci delle persone “normali”!
Se da una parte questo da un vantaggio enorme nella elaborazione dei pensieri e nella gestione di più informazioni assieme nell’emisfero destro dove può avere un funzionamento analogico soprattutto per associazioni di idee, questo super-potere ha controindicazioni nella fase lineare del linguaggio.
Lo spiego in maniera semplice: le informazioni (i pensieri) che girano nel cervello di un’ipersensibile sono più veloci del suo linguaggio.
Cosa ne consegue? Che tra i pensieri e la verbalizzazione o la scrittura di tali pensieri c’è così tanta differenza di velocità che quando la HSP prova a verbalizzare in modo lineare (andando a pescare l’aspetto verbale dall’emisfero sinistro) i suoi pensieri sono già passati oltre e magari pensano ad altro. Attenzione. Tutto questo nella frazione di pochi decimi di secondo!
In altre parole le parole “scappano via” all’ipersensibile che spesso fatica a rispondere a una domanda a scuola, fatica a controbattere durante una discussione, si snerva quando deve spiegare al lavoro una procedura, non riesce a farsi capire, non trova le parole giuste per dirlo, spesso rimane ammutolito, e tendenzialmente è una persona introversa.
Conclusione
Non tutte le HSP sono così; ne conosco diverse dove il linguaggio e la comunicazione è un aspetto fondamentale e importantissimo. Dove padroneggiano benissimo il proprio linguaggio e sono persone comunicative e assertive.
Ma io non sono così. Un dialogo per me ha uno scopo di intenzionalità molto preciso; devo completamente impegnarmi andando a rincorrere le parole nella mia testa per poterle prendere, devo riflettere bene e questo mi porta ad avere un dialogo più lento. Soprattutto fatico a controbattere in una discussione, o dire la mia su una questione lavorativa o pragmatica. Ci devo sempre pensare bene prima! E se provo a rispondere d’istinto non ne azzecco mai una.
Invece se i miei pensieri li metto per iscritto come sto facendo ora, lasciando libere le mani di correre sui tasti della tastiera, ecco che magicamente filtrano e mediano tra loro e i miei pensieri, tutto diventa più ordinato e comprensibile a me stesso. E’ come se la scrittura andasse a imbrigliare i cavalli indomabili del pensiero e che un pò alla volta vengono condotti alla stalla dove stare tranquilli. Una vera gioia per i miei sensi e riposo per la mia mente!
Allego qui sotto il libro citato… Se siete ipersensibili è obbligo leggerlo!
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