Un gabbiano che vola

La forza interiore degli ipersensibili

Indice

Ambivalenze

Una delle più incredibili ambivalenze delle persone altamente sensibili è la spiccata intelligenza che non viene mai riconosciuta da se stessi.

Lo riconosco bene in me stesso; per quanto possa fare o impegnarmi in una cosa non riesco a sentirmi abbastanza bravo o competente nonostante chi mi sta intorno mi sta dicendo che sono bravo.

Una problematica comune, una coazione a ripetere (un meccanismo che si auto-innesca) che parte dal presupposto che per noi bravura vuole equivalere alla perfezione.

Ognuno di noi si allena nella vita a fare il salto in alto delle proprie competenze e della propria crescita. E nella vita man mano impariamo studiamo e ci specializziamo su qualcosa (come nel lavoro) e più diventiamo bravi e meglio sappiamo saltare l’ostacolo. 

Per un ipersensibile no. Perché una volta arrivati a saltare quell’ostacolo ci auto-convinciamo che ce l’abbiamo fatta per un caso fortuito, per pura coincidenza. Non di certo per la nostra bravura! E così inconsciamente spostiamo l’asta di un gradino più su per impegnarci ancora di più a imparare, e così nuovamente arrivati a quel livello magari crediamo che sia stato troppo semplice, e ancora su ad alzare l’asta. E poi si ricomincia daccapo. 

Autostima

L’autostima di un ipersensibile è sempre minata e sempre pronta a vacillare, sempre pronto a ricordarsi che confrontandoci con il mondo non possiamo essere bravi! Che nel mondo c’è sempre qualcuno più bravo e che è impossibile che siamo noi, quindi perché sforzarsi di ammettere di essere bravi in qualcosa se c’è sempre qualcuno più bravo? E poi improvviso arriva… Un errore. E l’ipersensibile finisce per dare più attenzione a un errore che a dieci cose fatte benissimo. Ed è lì che inizia un circolo vizioso che lo porta sempre più a sminuire se stesso e a buttarsi giù nei meandri dello sconforto e della propria inutilità. 

Effetto pigmalione

Siamo bravissimi a farci lo sgambetto a buttarci addosso l’effetto Pigmalione detta anche “la profezia che si auto-avvera”. In cosa consiste l’effetto Pigmalione? Che più pensiamo che una determinata cosa sia vera (per noi) più quella cosa si finirà per essere vera. Prendiamo un esempio banale: stiamo giocando al Bowling e tocca a noi. Tutti gli altri hanno fatto un discreto punteggio ma noi dobbiamo ancora fare il nostro tiro. Iniziano a venirci molti dubbi: 

“Sarò capace? Tirerò dritto? Beccherò almeno un birillo? Per me non ne beccherò più di due. Anzi. Non ne beccherò nessuno. Magari lancerò così male che la palla andrà ai lati della pista e non beccherò nessun birillo. Farò una figuraccia davanti a tutti… Sicuramente andrà così. Ma allora perché sono venuto qui questa sera? Per fare la mia solita brutta figura. Era meglio stare a casa e giocare alla play per conto mio! D’accordo farò il mio disastroso tiro perché ormai tocca a me…”

Secondo voi come andrà a finire questa storia? Presenta i presupposti giusti per riuscire a fare un bel lancio? No… E il bello che se anche farà un Strike, avendo quei pensieri nella mente, si giustificherà dicendo che è stata fortuna e non di certo grazie alle sue abilità!

Come reagire?

Ora ci sono due possibilità di reagire; o si rimane in questo circolo vizioso sempre più cadente verso l’abisso o si reagisce riprogrammando la propria mente (PNL!).

La prima cosa da fare (specialmente se a leggere sei un ipersensibile) è cambiare le proprie “convinzioni depotenzianti”. Proprio come si disinnesca una bomba dobbiamo trovare i contatti di questo ordigno e scollegare il filo rosso. 

Come? Evitando nelle nostre frasi mentali i NON, MAI, PERO’, MA, FORSE.

Esempio: 

“Non riuscirò mai a giocare bene a bowling” togliendo il NON e il MAI diventerà: “Riuscirò a giocare bene a bowling”.

“Potrei provare a iscrivermi all’università, però so che non andrà bene”. Togliendo il  PERO’ e il NON diventerà: “Potrei provare a iscrivermi all’università, e andrà bene!”

Non è certamente immediato e ci vuole tanta buona volontà, ma esercitandoci giorno dopo giorno a togliere quei blocchi nella mente riusciremo a pensare, a imparare, a vivere meglio secondo le nostre capacità!

Conclusione

Conosco non pochi ipersensibili con capacità e un quoziente intellettivo sopra la media credersi dei perfetti imbranati sotto la media! Entrando in gioco le emozioni (sbagliate) e facendosi dominare da esse si finisce per sabotarsi da se stessi soprattutto quando si usano metri di paragone assolutamente non reali. Daniel Goleman nel suo libro “intelligenza emotiva” dice che ci sono persone con un alto Q.I. (quoziente intellettivo) ma presentano un basso Q.I. emotivo. Ed è proprio la capacità sbagliata di gestire le emozioni che porta a inficiare tutto ciò che di intelligente si può dimostrare.

Ricordatevi che proprio come un Super Sayan ognuno di noi ha un potenziale latente che aspetta solo ad uscire e siete voi a decidere se chiudere la porta o aprirla!

“L’ottimista vede opportunità in ogni pericolo, il pessimista vede pericolo in ogni opportunità” – WINSTON CHURCHILL – 

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