Delle colonne su una scala viste attraverso una grata a Capri

Ipersensibilità: La Battaglia Silenziosa tra Paura e Autenticità.

Indice

Profonda insoddisfazione

Capita molto spesso che una persona altamente sensibile si senta insoddisfatta della vita che sta vivendo. A volte, senza riuscire a spiegare completamente questa sensazione, avverte di essere rimasta intrappolata in uno schema di vita che non le appartiene, finendo per sentirsi fuori dal mondo o, addirittura, a volte percepisce di essere pazza!

Delle colonne su una scala viste attraverso una grata a Capri
Delle colonne su una scala viste attraverso una grata a Capri

Il più delle volte, si tende a giustificare dicendo che è un periodo difficile, che lo stress del lavoro è eccessivo, che i bambini piccoli non consentono un sonno tranquillo di notte, oppure che si sta attraversando un periodo di difficoltà economiche, ma che tutto passerà presto. Alcuni, invece, trascorrono tutta la vita aspettando un’opportunità o un cambiamento che sembra imminente ma che non arriverà mai.

Riconoscere l’ipersensibilità

Questo avviene, in primo luogo, a causa della mancata conoscenza del tratto caratteriale dell’ipersensibilità e, in secondo luogo, per la difficoltà ad ammettere a se stessi di essere diversi da quell’80% delle persone che abitano sul pianeta.

Ritengo che, per comprendere meglio questo tratto, esistano molti libri che possono aiutare a conoscersi meglio (come al solito, metterò i link ai libri in fondo alla pagina per chi volesse approfondire). Tuttavia, ammettere a se stessi di essere diversi dalle altre persone è un’intera questione a sé.

Innanzitutto, ammettere di essere diversi e di pensare in maniera diversa rispetto alla massa implica lottare contro la paura stessa di essere considerati diversi dagli altri: la paura di esporsi, di essere criticati, di essere giudicati, di essere isolati. La paura è il motivo per cui molte persone ipersensibili (e non) continuano a vivere una vita che non gli appartiene, sopprimendo quella voce interiore che invece dovrebbero ascoltare. Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nella persona ipersensibile, e se queste non vengono riconosciute e gestite correttamente, possono creare ulteriori difficoltà. La paura spinge la persona ipersensibile a comportarsi come se non fosse tale, costringendola a continuare a vivere la vita che altri hanno reputato migliore per lei. A lungo termine, questo può portare ai classici “sintomi somatici” (mal di testa, mal di stomaco, stanchezza cronica, dolori alle ossa, attacchi di panico, nevrosi…).

Nevrosi

Lo psicoanalista Aldo Carotenuto affermava in una sua meravigliosa intervista che:

“La nevrosi è un grido di protesta della persona verso una situazione che lui sente contrastante con la sua vita”.

(Cliccando qui potete vedere l’intervista)

Mai un’affermazione è stata più vera.

Spesso mi capita di incontrare persone ipersensibili che stanno palesemente vivendo una vita che non appartiene loro; magari lavorano in un posto che non amano, vivono in una casa che non apprezzano, hanno una passione non coltivata. Persone tristi, sofferenti, perse, che imparano a guardare il lato negativo della vita.

Sono persone estremamente intelligenti, ma la paura di cambiare per seguire ciò che realmente sono e ciò che realmente desiderano le costringe a una vita instabile e non pienamente vissuta o come verrebbero desiderare.

Invece, a volte vedo persone ipersensibili che hanno il coraggio di essere se stesse, di seguire i propri desideri o almeno di guardarsi allo specchio per quello che sono e vivere una vita in coerenza con se stesse senza tradirsi.

Guardarsi dentro

Scegliere di guardarsi per ciò che si è e fare ciò che si desidera implica uscire dalla propria zona di comfort e entrare in una modalità nuova, talvolta fatta di vittorie e sconfitte, di solitudine e amicizie, di gioia e dolori. Quando siamo nella nostra zona di comfort tutto procede in maniera prestabilita senza possibilità di errori o novità: il lavoro, la casa, gli amici, le giornate stesse. Ma appena si esce da questa zona tutto viene rimesso in discussione, talvolta anche la vita vissuta fino a quel giorno.

La società odierna ci chiede di non rischiare, di vivere sul sicuro, di non tentare percorsi nuovi, di avere passioni e hobby come tutti, evitando di esporsi e di essere normali secondo il criterio di normalità della società stessa, di fare un abbonamento a Netflix, o ascoltare musica attuale alla radio. E appena esci da questo schema, esci dalla normalità. La paura di uscire da questi schemi è il principale motivo della costante insoddisfazione della persona ipersensibile che continuerà a cercare una via di uscita a tutto questo caos incomprensibile ma non la troverà mai, poiché la cerca con la paura nel cuore.

La paura di seguire se stessi e il desiderio di essere visto diverso dagli altri tiene l’ipersensibile intrappolato in una gabbia, come un’aquila in una gabbia di un metro per un metro.

Se un’aquila ha le ali, deve volare. Se un’ipersensibile ha la sua visione, deve viverla.

Conclusione

Credo fermamente che ogni persona altamente sensibile sappia nel suo cuore cosa fare e cosa cambiare nella propria vita, ora è una questione personale scegliere se continuare a mimetizzarsi con le altre persone o seguire ciò che si desidera veramente.

Una strada porta inevitabilmente a vivere CONTRO se stessi, mentre l’altra porterà a vivere CON se stessi.

Non c’è delusione più grande di quella che ci procuriamo tradendo noi stessi.

Ogni persona ha un cartello indicatore dentro di sé che cerca di indicargli la via da seguire, la soluzione da adottare, il cambiamento da attuare. Eppure molti coprono questo cartello con un telo nero e scelgono la via opposta.

Puoi fare un semplice test. C’è qualcosa nella tua vita che non ti piace? Un lavoro, una casa, uno sport, un hobby che non ti soddisfa? Una relazione sbagliata? Pensa di cambiarlo oggi stesso. Probabilmente la risposta che ti darai sarà “NO perché…” (aggiungendo le motivazioni).

Ora togli l’oggetto principale a questa domanda e lascia solo il sentimento. Qual è il sentimento che provi? Quello che ti ha spinto a dire di no? La PAURA!

Non c’è un motivo reale per cui non potresti effettuare un cambiamento, c’è solo la PAURA che ti attanaglia.

“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andrò ad aprire e non trovò nessuno” – Martin Luther King” 

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