Indice
- Introduzione
- La parola tabù per eccellenza: morte
- Nessun trucco: la vita finisce
- Una scelta
- Scelte quotidiane
- I sogni: combustibile del nostro presente
- Gioia di vivere
Introduzione
Affrontare il ‘Pensiero della morte e la paura della vita’ ci spinge a fermarci e riflettere sulla qualità del nostro vivere quotidiano. In un’epoca dove il trambusto e le pressioni sembrano dominare, è fondamentale chiedersi se stiamo veramente vivendo la vita che desideriamo o se ci stiamo lasciando sfuggire momenti preziosi. La consapevolezza della nostra mortalità, pur essendo un tema che molti preferiscono evitare, nasconde in sé il potere di trasformare la paura in una motivazione straordinaria per abbracciare pienamente ogni esperienza. Questo articolo esplora come l’accettazione della nostra fine inevitabile può diventare il punto di partenza per una vita senza rimpianti, invitandoci a cogliere ogni attimo con intensità e consapevolezza.
La parola tabù per eccellenza: morte
Oggi mentre ero in macchina, mi sono fermato nel parcheggio per buttare il pattume. Affisso al cartellone dei necrologi c’era una persona morta. Aveva 64 anni. In quel momento ho pensato: “Accidenti… 64 anni… È morto giovane.”
Ma più che altro, è morto. Punto.

Nessun trucco: la vita finisce
Ci rendiamo davvero conto che un giorno moriremo? No, non dovete fare gesti scaramantici o altri gesti per distogliere il vostro pensiero dalla morte.
Bisogna prendersi il tempo per riflettere sulla morte, tenendola presente nella nostra mente. Arriverà il giorno in cui ci lasceremo alle spalle questa vita; accadrà a te, a me, a tutti noi.
Il fatto più interessante e basilare di questa situazione spiacevole è che non sappiamo quando.
Riflettiamo su questo: la Terra conta quasi 5 miliardi di anni di storia, mentre la nostra galassia si estende indietro per circa 13 miliardi di anni. Per non parlare del Colosseo, che sta in piedi da 2000 anni. La stufa in terracotta a legna che mi scalda ancora casa ha quasi 120 anni. Una persona muore a 65 anni. Alcuni muoiono anche molto prima. A che punto siamo noi confronto spazi temporali nettamente più ampi della vita umana? Quale sia il punto attuale, la fine è già prestabilita. Che lo vogliate o no.
Fermo restando che l’unico momento presente è solo il momento in cui vivete e viviamo l'”ADESSO”. Sì, proprio ora che leggi queste parole. Non puoi sapere cosa ti accadrà tra pochi secondi, puoi solo fare una stima di massima: “tra 5 secondi starò leggendo ancora questo articolo che mi parla della morte e bla bla bla.” Assolutamente probabile, ma non reale. Sì, perché il futuro non è reale essendo che deve ancora avvenire.
Una scelta
Bene.
Tra l’adesso certo e la morte certa c’è un futuro non reale, che diviene reale ogni secondo che avviene nel presente. E che può essere plasmato da noi. Positivamente. Negativamente. Seguendo i nostri desideri. Seguendo desideri altrui. Sta a noi, e solo a noi decidere.
Spetta a noi decidere, portando sulle nostre spalle la responsabilità delle scelte, e non delegandola ad altri. Di conseguenza, emergono interrogativi fondamentali sulla vera importanza nella vita di ognuno.
Quindi.
Cosa può avere più importanza nella vita di una persona? (Parlo tanto di persone normali quanto di persone ipersensibili.) È più importante riuscire ad arrivare puntuali al lavoro oppure è più importante abbracciare una persona speciale e dirgli “Ti voglio bene”? È più importante guardare la TV o dire a vostra moglie/marito/figlio/figlia: “Ti amo”? Certo, vi sono comunque cose importanti, vero? Non si può non lavorare altrimenti la permanenza che va dall’adesso al giorno della nostra morte diviene un guazzabuglio di vita caotica o problematica. Ma ritengo che spesso confondiamo le priorità con le cose importanti. PRIMA viene la priorità, POI le cose importanti. Spesso confondiamo queste cose mettendo le cose importanti prima delle nostre priorità. Senza nulla togliere al lavoro, ma ritengo che sia prioritario dire TI AMO alle persone che amiamo e successivamente IMPORTANTE arrivare al lavoro in orario.
Se scoprissi che ti rimane poco da vivere, quale cosa importante diventerebbe prioritaria e quale cosa che prima era prioritaria adesso diventerebbe importante? O forse no… Forse andrebbe al terzo o decimo posto della nostra lista delle cose importanti. Quando sarete sul letto di morte (se mai lo sarete perché voglio dire… A volte si muore in un secondo) di cosa sarete pentiti di non aver fatto o cosa rimpiangerete? Quando la morte arriva, credo che in mano rimangano ben poche cose; atti di proprietà di auto o case, libretti di assegni o contratti a tempo indeterminato avranno ben poco valore. Ciò che logorerà più il nostro pensiero e la nostra anima sarà il rimpianto.
Scelte quotidiane
Arrivati a questo punto la domanda è ovvia: perché continuiamo a vivere una vita di cui siamo certi che un giorno sul letto di morte rimpiangeremo?
Ecco perché penso sia importante ricordarsi che moriremo, perché tutte le cose non fatte, i desideri non realizzati e le parole non dette ci bruceranno nelle mani senza mai consumarsi e senza mai lasciare la cenere.
Tu che stai leggendo… Perché non hai il coraggio di dire a quella persona che la ami? Se non sei pronto adesso, non lo sarai comunque in futuro… Cosa dirà il te stesso sul letto di morte tra diversi anni?
Hai considerato l’idea di lasciare il lavoro che detesti per avviare un’iniziativa tutta tua? Rifletti sul fatto che, giunto il momento del bilancio finale, né un contratto a tempo indeterminato né un saldo bancario cospicuo potranno offrirti giorni in più di vita.
Perché stai dando tanta importanza a quella persona che ti ha offeso o fatto soffrire? Pensi che un giorno sul letto di morte ti ricorderai di quella offesa?
Quale è il motivo per cui non stai prendendo il pennello e iniziando a dipingere, oppure lo strumento musicale e iniziando a suonare, o ancora il foglio bianco al PC e iniziando a scrivere il tuo romanzo? Pensi che un giorno sul letto di morte il tempo non impiegato a sviluppare una tua arte ti allungherà i giorni di vita?
A quale contro non iniziare quell’attività benefica che hai sempre desiderato iniziare? Pensi che il tempo dedicato a attività personali anziché dedicarti a qualche opera di carità verrà a donarti qualche giorno in più da vivere?
La situazione è ovvia; e l’ovvio è che la nostra mente nascosta ci tiene al buio di ciò che potremmo fare e realizzare nella nostra vita. Facciamo finta di nulla; continuiamo a vivere come se vivessimo per sempre perché abbiamo paura della morte. La realizzazione dei nostri sogni spesso si scontra con la paura della felicità. Ci tratteniamo dal cambiare lavoro, temendo di mettere a rischio la sicurezza economica delle nostre famiglie. Invece di cercare la felicità, troviamo più semplice esprimere lamentele anziché impegnarci attivamente per migliorare la nostra situazione.
I sogni: combustibile del nostro presente
Il punto focale che ci attanaglia è la paura di cambiare. Soprattutto di renderci felici in una società che ci aliena spingendoci a comprare, guardando Netflix, e andare al ristorante.
I sogni e i desideri sono un combustibile fondamentale nella nostra vita; bruciano nel nostro cuore facendo luce e indicandoci la via che dobbiamo percorrere, spronandoci a fare ciò che vogliamo, incoraggiandoci a fare ciò che siamo bravi a fare. Ma la nostra coscienza morale è sempre lì a spegnere il fuoco con l’acqua, convincendoci che la società, le persone e il mondo attorno a noi vivono e vivranno meglio se ci comporteremo secondo gli schemi e ci metteremo in riga.
Perciò il mio consiglio oggi è: Accendete quel fuoco che brucia dentro di voi! Agite come se aveste tutto da perdere e niente da guadagnare. Ricordate che un giorno saremo tutti morti, ma che per ora ci siamo, e viviamo l’adesso. E siamo noi a decidere come passare da qui al letto di morte.
Gioia di vivere
Sapete cosa è divertente? Non sappiamo quando arriverà, quindi potrebbe essere domani come tra 60 anni.
Questo ci dà un’enorme responsabilità e un’enorme libertà al tempo stesso.
Quindi usatele.
Se trascurate di sfruttarle, arriverà inevitabilmente un momento, forse troppo tardi, in cui il rimpianto vi accompagnerà. Vivere con il rimorso significa affrontare l’accusa più dura, quella che proviene da noi stessi. Deludere se stessi e vivere con questa accusa rappresenta una delle esperienze più amare. Un fardello di rimpianto così pesante è qualcosa che nessuno dovrebbe mai dover portare.
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